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      Ed in vero io non mi sono ingannato, perché ella mi dà presentemente così gran testimonianza del suo affetto nella scelta che fa di mio fratello per l'aiuto del suo studio. Io, siccome non dubito che in detta elezione abbia molto conferito la memoria della servitù mia, veggomi in necessità di renderlene le dovute grazie, siccome fo e siccome richiede una sì distinta beneficenza; poich'io non veggo persona appresso di cui possa esigere maggior profitto mio fratello, che appresso di V. S. illustrissima che può avanzarlo colla sua autorità, illuminarlo con que' semi di dottrina che hanno così felicemente germogliato in lei, e quello che più importa istruirlo col suo esempio in quella morale pratica, della quale più che di qualunque altra cosa abbisognano i giovani, e particolarmente quelli che avendo bevuto colle buone cognizioni alcune verissime massime, ma per avventura contrarie all'uso comune, si compiacciono troppo nel far guerra a' pregiudizi universali, e contenti di sostenere la verità invecchiano dannosi a se medesimi, rincrescevoli agli altri, e talvolta incomodi alla quiete civile, onde avviene che rade volte o non mai si faccia quel desiderabile innesto dell'uomo di lettere coll'uomo di mondo.
      Il benefico e placido costume di V. S. illustrissima promette tanto per se medesimo, che crederei inutilmente importunarla se mi occupassi a raccomandarle il detto mio fratello. Io l'ho educato finora e l'amo a segno che non mi rincresce la mia moderata fortuna se non per suo riguardo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548