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      E con mille nuove proteste della mia riconosciuta obbligazione, pronto a' suoi comandi, mi dico.
     
     
     
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      A MARIANNA BULGARELLI BENTI - ROMA
     
      Vienna 21 giugno 1732.
     
      Che sconvolgimento è mai questo di tutte le cose del mondo, così picciole che grandi? Si può immaginare accidente più funesto di quello che vi scrissi l'ordinario scorso? E si può in altro genere immaginare maggiore desolazione di quella che voi vivamente mi rappresentate nella lettera di questa mattina? In somma, dove si mischia Porpora entra per necessità la disgrazia. Guardatevi per carità di non aver mai il minimo affare in sua compagnia. È però una gran cosa, che una città intera abbia a soffrir la pena de' capricci di un solo: e che per motivi così leggieri non si abbia repugnanza di nuocere a tanti, e dispiacere a tutti. Compatisco quei che risentono il danno, perché, senza questo motivo, sento la mia repugnanza ad essere indifferente.
      Il padrone, dopo l'accidente funesto, tornò a Praga, dove, per quello che dicono, chiuso in una stanza senza voler vedere persona, rimase un giorno ed una notte. Il principe Eugenio fu il primo che con rispettosa violenza penetrò fino a lui, ed interruppe la sua solitudine e la profonda afflizione nella quale era immerso. Frutto della sua cura si crede universalmente l'aver permesso alla fine il padrone che per lo sconvolgimento sofferto se gli cavasse sangue, e l'essersi poi portato in Carlsbad, dove presentemente dimora e dove intraprenderà la cura già stabilita delle acque. La minore arciduchessa Marianna è stata assalita, già sei giorni sono, dal vaiuolo, notizia che accrescerà le agitazioni de' padroni per esser così lontani da lei.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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