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      Ho tolto via la parola delinquente; e nel metter di nuovo le mani nel sonetto vi ho fatta alcun'altra variazione che vi comunico, per non aver altro da scrivere. La parola appestata è instancabile, e le variazioni sono le seguenti:
     
      vers. 3.
      Portami tu sull'instancabil'ale,
      si scriva,
      Tu, ben lo puoi, portami tu su l'ale
     
     
      vers. 9.
      Non ricusar. Pari ecc.,
      si scriva,
      Non mi sdegnar: pari ecc.
     
     
      vers. 13. 14.
      Tu porterai l'altre saette ecc.,
      si scriva,
      Riporterai tu nuovi strali, ed ioInni più colti al nostro nume in dono.
     
      Le ragioni di tali variazioni già le conoscete da voi medesimo, onde non vi secco in farvene un lungo cicaleggio. Se mi trattenessi ancora alcun poco in somiglianti fanfaluche, sentirei subito dello 'nfarinato. Cessi Dio l'augurio.
      Qui abbiamo il dottissimo abate Garofalo, che vi sarà già molto noto per nome, e con cui avrete piacere di trattare, essendo egli uomo di profonda erudizione e di aggradevole compagnia. Venite, ch'io sarò l'Imeneo di queste nozze. A monsignor inviato ed al padre Timoteo le mie riverenze. All'amico Bologna abbracci, ed alla Phillebois quello che più reputate a proposito. Madama vi rende grazie e saluti a precipizio; ed io impaziente del vostro ritorno, per non arrischiare la mia continenza, vi bacio in fronte, e resto.
     
     
     
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      A GIUSEPPE RIVA - LINZ
     
      Vienna 20 settembre 1732.
     
      Non da bella e candida mano, ma da man maestra ed eccellente avete avuto il mio Adriano, e se non di primo colpo, almeno di ripicco. Io non vi dissimulo la mia collera contro chi mi ha levato il piacere, che mi figuravo, di leggervelo io medesimo, e contro chi osserva così poco le leggi che impone agli altri.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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