Pagina (89/1548)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Se non fosse così, tutti coloro che pensan bene opererebbero bene; e noi vediamo per lo più il contrario. Chi ha mai meglio d'Aristotile esaminata la natura delle virtù, e chi è stato mai più ingrato di lui? Chi ha mai meglio insegnato a disprezzar la morte, e chi l'ha più temuta di Seneca? Chi ha mai parlato con più belle massime d'economia del nostro don Paolo Doria, e chi ha mai più miseramente di lui consumato il suo patrimonio? In somma il discorso è vero ed ha salde radici; ma non curiamo di vederne tutti i rami, perché si va troppo in là.
      Non vi seccate se faccio il filosofo con voi: sappiate che non ho altri con chi farlo; e facendolo per lettera mi risovvengo di quei discorsi di questa specie, co' quali abbiamo passate insieme felicemente tante ore de' nostri giorni. Oh quanta materia ho radunata di più con l'esperienza del mondo! Ne parleremo insieme una volta, se qualche stravaganza della fortuna non intrica le fila della mia onorata e faticosa tela. Conservatevi voi intanto, e credete costantemente che io penso e travaglio sempre per maturare la mia prima risoluzione e non sono in cattive acque. Addio, N. M. Io sono e sarò sempre il vostro N.
     
     
     
      56
     
      A GIUSEPPE BETTINELLI - VENEZIA
     
      Vienna 4 Luglio 1733.
     
      Speravo di ricevere questa mattina qualche sua lettera con un foglio della nostra ristampa, del quale sono impaziente per poter stabilire la grandezza del rame, che farò intagliare per essere in tempo e non essere cagione di trattenimento alla pubblicazione.
      Nella lettera al lettore, ch'io le trasmisi, ho incontrato, rileggendola, un finale d'un periodo di cui non son contento per l'aria magistrale che mi attribuisce.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Aristotile Seneca Paolo Doria Luglio