Pagina (108/1548)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Alla mia estrema afflizione la vostra lettera aggiunge anche l'altra de' timori che vi sono inspirati. Non mi lagno già di voi, che avete ottimamente fatto avvertendomene; ma mi dolgo del mio destino. Io spero che ogni minaccia sarà vana ed insussistente per le ragioni medesime che voi mi suggerite; né io saprei immaginare altri ripari che quegli stessi che voi avete posti in opera, cioè l'interposizione del signor conte Ottone con monsignor Furietti, od altri che voi presentemente potrete conoscere utili insieme col signor Domenico. La lettera al cardinal Cenfuegos non è fattibile, perché, se si fanno a mio nome somiglianti impegni, tutto il mondo crederà che la mia rinunzia sia un inganno, ed io, invece di meritarmi stima ed approvazione con una azione che pochi sarebbero capaci di fare, mi acquisterei discredito; e questo io non voglio. Vedete dunque e pensate voi altri ad evitar la tempesta, che io per altro credo vana, perché in questa situazione in cui mi trovo non veggo come potervi assistere. Alla peggio si parla, si offerisce sotto mano, si compone, e che so io.
      In fine l'evitar lo strepito in questa faccenda deve essere l'oggetto principale. Questo abbiate entrambi innanzi agli occhi, e mostrate d'esser uomini.
      Avete fatto benissimo a sospendere di mandare in Napoli la copia del testamento; si manderà più utilmente unita con la copia della rinunzia e con una procura del signor Domenico al signor Nicola Tenerelli: del resto poi il mandarla nella forma suddetta, in qualunque caso, sarà sempre ben fatto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Ottone Furietti Domenico Cenfuegos Napoli Domenico Nicola Tenerelli