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      Lasciamoci portare dal vortice che ci rapisce; e giacché non ne possiamo regolare i moti, non ne cerchiamo le cagioni. Chi sa, voi mi dite, come anderà per noi circa le rendite di Napoli? Questo pensiero mi ha alquanto turbato, e non già per me, ma per voi e per la mia famiglia. Io mi sento già tanto capital di costanza da non risentirmene molto, ma non posso promettermi tanto dagli altri. Nulladimeno la favola non è terminata: chi può mai indovinarne la catastrofe? Io mi sono tante volte rattristato di cose che mi hanno poi prodotta utilità, e tante volte rallegrato di quelle che ho poi trovate nocevoli, che non so più di che io abbia veramente a rallegrarmi o dolermi: e quando finalmente l'evento presente fosse di quelli che possono chiamarsi disgrazie, contento di non averlo meritato, e persuaso di non poterlo evitare, lo soffrirò come si soffrono le intemperie delle stagioni, e gli assalti delle infermità non procurate con l'irregolarità della vita.
      Consegnate l'acclusa al signor Parrino; abbracciate a mio nome il signor Domenico, dal quale avrete inteso qual uso dobbiate fare delle mie lettere che la povera signora Marianna avea conservate. Queste non possono servir che d'imbarazzo; onde ardetele pur tutte, come fedelmente lo stesso ho fatto anch'io delle sue. Al signor Residente di Genova ricordatevi di portare i miei rispetti, ed agli altri amici che si sovvengono di me ringraziamenti e saluti. L'istesso a casa. E voi amatemi e credetemi.
     
     
     
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      P. METASTASIUS C. MOSSIO S.
     
      Vindobonae, Kal.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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