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      Il nobil dono che ella generosamente mi offerisce non solo accetto e gradisco quanto mai preziosa e cara cosa gradir si possa, ma ne eleggo lei medesima e depositaria e custode, fin tanto che passando io per qualche tempo in Italia, che dovrà pur essere una volta, possa venire io stesso a riceverlo, qualificato dalla presenza del donatore, e illeso dalle ingiurie di un lungo e disastroso trasporto. Nell'atto intanto che io gliene rendo vivissime grazie, la prego altresì a somministrarmi occasioni di corrisponderle, e a credermi perpetuamente.
     
     
     
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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 16 Marzo 1737.
     
      Rispondendo per ordine alla vostra lettera del dì 2 del corrente mi dispiace di non essere in istato di secondar le vostre premure toccanti l'Oratorio, che da me desidera cotesto monsignor Almeyda. Voi sapete le mie occupazioni; onde mi meraviglio che non abbiate, senza attendere la mia risposta, fatto concepire al detto prelato l'impossibilità di servirlo. Ho già ricevuto l'ordine dal mio augustissimo padrone per due opere che debbono esser pronte, quanto a me, nel venturo agosto, e non son sicuro che sia questa tutta la dose dell'anno corrente. La mia salute e l'impiego non mi lasciano facoltà per servire altri. Queste ragioni mi han fatto ricusar l'anno scorso di servir d'un'opera l'imperatrice di Russia, e presentemente il re di Sardegna, per le nozze del quale il conte di Canale suo inviato a questa Corte, che vi saluta, avea commissione di procurar ch'io scrivessi un dramma, e non ha trascurate, per persuadermi, le più fine parti di ministro e d'oratore; ma non è veramente possibile.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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