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      Mi consola la novella del miglioramento de' vostri occhi, e mi lusingo che a quest'ora siate affatto risanato. Io sto ottimamente, e starei meglio se le infermità d'Ungheria non mi tenessero alcun poco in pensiero. Siano esse peste o nol siano, è certo che si comunicano, e si sono avvicinate più di quello ch'io non credeva: nostraque res agitur, paries dum proximus ardet. Rendete grazie per me all'onoratissimo signor Buonaccorsi de' favori che vi comparte; ditegli che io intendo di tenergliene ragione in mio proprio nome, e che veramente desidero di abbracciarlo. Date al signor Peroni l'annessa letterina, affinché possa metterla nel suo libraccio. Mille riverenze a mio padre, saluti a tutti di casa, e voi conservatevi, amatemi e credetemi.
     
     
     
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      A STELIO MASTRACA - VENEZIA
     
      Vienna 20 Dicembre 1738.
     
      Non crediate, amico dilettissimo, che sia segno di buon umore alcuno scherzo che mi fugge dalla penna; né le pubbliche, né le private circostanze che purtroppo ne dipendono mi danno grand'occasione d'esser lieto. Ma che s'ha egli a fare! Persuaso di non poter accomodar il mondo a me, procuro d'accomodar me al mondo, e vado studiando quid minuat curas, quid me mihi reddat amicum, e procuro di prevenir la necessità, spaventato dalla minaccia del vostro Orazio si noles sanus curres hydropiens. Per altro ho ben anch'io de' momenti assai oscuri, e forse... Ma che Domine di discorso patetico ho incominciato! Questo è veramente il modo infallibile di seccar gli amici, e se medesimo. Per uscir dunque dal serio e dar nel giocoso vi auguro una serie infinita di felicità, secondo il venerabile universal costume, così nelle prossime solennità, come nell'ingresso del nuovo anno; e se non temessi di farvi crepar dalle risa come Margutte, non trascurerei alcune delle formule consacrate dalla ridicola urbanità corrente.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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