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      Malgrado la risoluzione d'esser breve, ho scritto più di quello che m'ero proposto. Mi piace l'idea della vostra dittatura, e già comincio a riguardarvi con più rispetto, il quale non s'oppone punto all'amore che ho per voi e che pretendo in iscambio. Addio.
     
     
     
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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 9 Maggio 1739.
     
      Mi piace che procuriate di raccoglier da per tutto pietre per la vostra fabbrica, e che sappiate trovar fino in Parnaso armi, delle quali far uso nel fòro. Quest'attenzione è argomento dell'amore che incominciate a prender per quel mestiere che professate, e quest'amore è un gran pegno della felice vostra riuscita. Non vi stancate, vi prego, a fronte delle fatiche, e riparate con la nuova diligenza l'antica trascuratezza.
      Non vi sgomenti la poca fluidità nel perorare; questa non suol essere natural dono di chi pensa profondamente, ma se ne acquista quanto bisogna con l'uso e la riflessione.
      Sia ben pensata la materia, sian solide le ragioni, non mancheran le parole: cui lecta potenter erit res, nec facundia deseret hunc, nec lucidus ordo. È vero che infinita è la schiera degli sciocchi, i quali non distinguono la loquacità dall'eloquenza, e che ammirando la mole non riflettono al peso; ma non badate a costoro, perché alla fin fine, dove trattisi di preghiere, ciascuno vorrà piuttosto una spanna d'oro che cento braccia di fieno.
      La mia salute procede felicemente, ed io custodisco gelosamente questo inestimabile capitale, né rendendolo inutile come gli avari, né abusandone come i prodighi, ma servendomene con quella discretezza che si richiede per servirsene lungamente quanto sia possibile.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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