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      Io dunque dopo la visita della febbre sono stato sempre bene, e lo sto tuttavia: godiamo almen frattanto di questo che non è certamente il minore fra' beni della vita umana. Voi avrete già cominciato a por man ai ferri per l'opera alla quale vi accingevate, della quale io sospiro qualche saggio, promettendomelo degno di voi. Mi pare quasi impossibile che possiate resister solo: se avete compagni, ditemi chi sono. Orsù, il resto ad un altro giorno più allegro. Amatemi a dispetto della mia negligenza, ché io anche in mezzo a quella sono veramente.
     
     
     
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      A STELIO MASTRACA - VENEZIA
     
      Vienna 29 Agosto 1739.
     
      Povero me se voi non foste indulgente e discreto! A quali rimproveri non sarei esposto? Comparisco così negligente con voi che non so come ristorare il mio credito. Ma, caro amico, per provarvi la necessità della mia omissione converrebbe troppo scrivere. Si affollano, di tempo in tempo, certe inaspettate contingenze che disordinano ogni misura. Sarò regolare sempre ch'io possa, e, quando non lo sono, non siate voi vendicativo. Quella maledettissima canzonetta, di cui, nell'ultima vostra, mi parlaste, è pur troppo mia; ma vi assicuro in legge di buon amico che non è fatta per servire ad alcuno. Adesso n'escono una quantità a nome mio; onde vi prego di dire a tutti, e particolarmente al Bettinelli, che, a riserva della prima, tutte le altre sono supposte.
      Mentre sto scrivendo mi giunge un'altra vostra lettera in data de' 22 del corrente. Mi premete di nuovo per la musica della canzonetta ed io non saprei contentarvi.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Agosto Bettinelli