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      In qualunque maniera io rimanga sarò il suo sollecitatore, per quanto la mia efficacia si stenda. E le bacio le mani.
     
     
     
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      A GIUSEPPE BETTINELLI - VENEZIA
     
      Vienna 18 Marzo 1741.
     
      La vostra patetica e obbligante lettera, amatissimo signor Bettinelli, è un destro rimprovero della mia pigrizia nello scrivervi. Io vi confesso che, dove la necessità non lo richieda, difficilmente mi riduco a riempiere i fogli del puro nulla. Mestiere per altro assai utile nella vita civile, e che di buona voglia apprenderei se non disperassi d'esservi atto. Non v'è mistero nel mio silenzio. Il mio funesto ozio non mi ha somministrate occasioni onde continuare l'usato costume d'inviarvi i miei nuovi componimenti. La perdita del mio padrone mi ha fatto quasi dimenticar di me stesso non che degli altri: il termine della ristampa delle Antichità greche e latine ha rotto quell'unico filo al quale si atteneva la nostra corrispondenza: e voi vi meravigliate ch'io non vi scriva? Nulladimeno vi rendo grazie delle vostre querele, che io reputo argomenti della vostra amicizia per me; e siccome vi assicuro che io non son punto cangiato a riguardo vostro, così vi prometto di continuarvene le prove quando l'opportunità si presenti.
      Perché vi sia anche in questa lettera qualche affare, vi prego di cercare occasione per inviarmi un esemplare di quella aggiunta all'opere mie che avete stampate, nella quale sono l'Astrea placata e Il sogno di Scipione.
      Avvertitemene unitamente il prezzo, e credetemi che io sono invariabilmente.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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