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      Si vede quanto voi conoscete che gli aggiunti sono il colorito della poesia, onde i vostri non son mai oziosi. E soprattutto ho ammirato la facilità con la quale vi è riuscito di superare quella vostra natural propensione alla folla de' pensieri: scoglio di tutti gl'ingegni fecondi, per cui avviene delle idee quello che delle piante, che germogliando in copia non proporzionata al terreno si usurpano a vicenda e lo spazio ed il nutrimento, onde la maggior parte riman soffocata e quasi nessuna matura. Io mi rallegro con esso voi di questo invidiabil dominio che avete su voi medesimo, per cui sarà sempre per voi l'istesso il conoscere il buono che il conseguirlo. Ma, perché non crediate ch'io voglia unicamente lisciarvi (mestiere indegno dell'amicizia, e di cui ho tanto orrore che procuro evitarne fino il sospetto), vi dirò sinceramente ancora tutto quello in che io ho inciampato: non intendo che la mia delicatezza sia però misura del vostro giudizio. Il verso Te vidi un tempo ecc. co' quindici seguenti pare che interrompano l'unione del proemio con la materia, nella quale entrate dal verso Piagata il sen ecc. Veggo benissimo che non è così, poiché in detti versi voi provate la proposizione, che al vostro eroe stia sempre nel cuore il patrio bene. Ma io avrei voluto che voi aveste un poco più aiutato il lettore a conoscer subito la legatura; essendo io persuaso che nessuno di quanti ci leggono vuole affaticarsi per lodarci, ma che tutti all'incontro precipitano i giudizi che ci condannano.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Piagata