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      E perché abbiate nuovi argomenti della mia sincerità, io vi dirò liberamente quanto nella vostra lettera ho incontrato capace di qualche maggiore ornamento, non bisognoso di correzione.
      Per ragion d'esempio io farei che scambiasser luogo il quinto verso col quarto, e direi:
     
      ...ov'ioOrazio non ugual d'Augusto al peso,
      Le giuste lodi al mio signor scemai.
     
      e ciò solamente per approssimar quel nominativo d'opposizione all'io da cui egli è retto, ed alleggerirne la fatica al lettore.
      Dal decimo terzo sino al decimo ottavo verso, tratto per altro ammirabile, io inciampo tre volte: desidero in primo luogo che abbia il suo articolo quella tragica Musa come cosa non generica ma particolare. È vero che vi sono dei casi ne' quali l'articolo si trascura con eleganza, ma voi sapete meglio di me quando, come e perché; né questo è il luogo di fare una dissertazione. Secondariamente (oh qui sì che mi chiamerete la seccaggine) non mi si accomodano all'orecchio quei vostri palchetti, profanatori d'uno de' più nobili poetici tratti della vostra lettera; e finalmente quel bellissimo aggiunto di grato, che voi date al popolo, vorrei che fosse o in principio di verso o altrove situato in guisa che, senza dover tornare in dietro con la mente, facesse conoscere ch'ei regge tutto ciò che siegue del periodo, e per darvi un'idea della maniera che io intendo di spiegare, eccovi come vorrei organizzato tutto quel passo:
     
      Al tragico tuo cantoDal basso pian, dagli ordini sublimi,
      Sonori ognor, di giusto plauso, il folto


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Augusto Musa