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      Vi avverto per altro di star sulle difese, perché non so come la donna dell'Arno sopporterà la vostra prudente omissione del suo tanto celebrato segretario.
      Vorrei pure ubbidirvi allacciandomi la critica giornèa, ma non so veramente donde incominciare senza taccia di seccaggine. Ma aspettate, eccovi tre terribili opposizioni:
     
      L'altra fra seni all'Appennino ecc.
     
      Come che la parola seno significhi qualunque curvità, è sì poco usata nel particolar senso in cui voi l'impiegate, che non si ritrova a prima vista.
     
      Che altera in vista alla donna del mare:
     
      mancando l'accento così sulla sesta che su l'ottava sillaba, il verso riesce cadente e poco sonoro: né in questo caso può sostenersi col pregio dell'imitazione della cosa espressa, come il procumbit humi bos.
     
      L'uno il sacro poema u' cielo e terraMan pose, a noi cantò:
     
      credo che vogliate dire l'uno cantò a noi il sacro poema in cui posero mano il cielo e la terra. Oltre che la metafora della mano del cielo e della terra nelle circostanze fra le quali si trova giunge troppo improvvisa e pare ardita oltre misura, non so come ridurla al positivo: poiché dell'autore che ha scritto del cielo e della terra intendo che possa dirsi che ha posto mano in terra ed in cielo, ma non so come possa dirsi lo stesso della terra e del cielo di cui è stato scritto. Ebbene, non vi paiono queste opposizioni terribili? Se queste non vi bastano, io non ho saputo trovarne altre dopo lunga ricerca; onde scrivete male, se volete ch'io vi serva più prolissamente.
      La contessa d'Althann ed il conte di Canale vi mandano mille saluti.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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