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      Ma voi non siete nel caso però d'esser ripreso, non essendo voi né inventore né imitatore di tale espressione, come io nel principio ho falsamente creduto. Veggo che il vostro oggetto è stato unicamente il nominar l'opera di Dante com'è piaciuto nominarla a lui. Or per mia sicurtà, s'io pensassi come voi pensate, avrei almeno gran cura d'informare i lettori di non esser io il fabbro di tale espressione, e scrivendola con diverso carattere ed accennando in margine il luogo. Già sapete ch'io sono seccaggine, ma poiché voi mi amate anche tale, non ho stimoli per correggermi.
      La nostra degnissima contessa d'Althann, quanto più grata alla vostra gentil memoria, tanto memore de' pregi vostri, mi commette di congratularmi con esso voi a nome suo di questo incamminamento de' suoi presagi. Il conte di Canale vi darà conto con sue lettere del giusto pregio in cui tiene e voi e le cose vostre. Continuate ad amarmi, che io sarò fin ch'io viva veracemente.
     
     
     
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      A FRANCESCO ALGAROTTI - BERLINO
     
      Vienna 3 Giugno 1747.
     
      Il signor marchese Aurelio Mansi, di cui il degnissimo padre fu poco fa ambasciatore, e sostiene ora con pubblica lode l'incarico d'inviato della Repubblica di Lucca sua patria a questa Corte, viene a visitar quella di Berlino. Indirizzandolo a voi, che ne siete un così distinto ornamento, io credo di far opera la più grata che per me far si possa a questo gentilissimo cavaliere. Se in grazia dell'amicizia poteste indurvi a lasciargli credere d'essermi egli debitore d'una parte almeno di quelle cortesi cure ch'esigerebbe senz'altro dalla gentilezza vostra il merito di lui, secondereste a meraviglia la vanità mia, che di nulla s'appaga tanto, quanto delle pubbliche pruove del vostro amore.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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