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      Benché sommamente laconica ha essa appresso di me tutto il merito di qualunque più diffusa potesse egli mai scriverne, poiché non mi fugge la giusta riflessione del cortissimo ozio che costì gli concede il ben collocato amore d'un mio troppo grande e troppo venerabile rivale.
      Il marchese Mansi, ancora caldo de' favori da voi ricevuti, me ne ha reso esattissimo conto: egli è tornato tutto vostro e Prussiano, ed ha pagato una rigorosissima usura della lettera che per lui vi scrissi, rispondendo con pazienza esemplare alle minute mie numerose e replicate interrogazioni. Io vi rendo grazie del credito in cui andate ponendo appresso gli amici il mio potere su l'animo vostro, e vorrei pure offerendovi in contraccambio, siccome faccio, tutto ciò che poss'io, non offrirvi sì poco. Se lo scioperato tenore della vita viennese non fosse in gran parte per me impiegato nell'ingrata occupazione che mio mal grado mi danno ancora, benché ormai meno indiscrete, le ineguaglianze di mia salute, intraprenderei certamente qualche lavoro, onde far uso e del poco che si è raccolto e della facoltà che mi resta: ma son io così mal sicuro di me medesimo, e son in guisa confusi gl'intervalli con le sorprese, che non ardisco ordir tela che possa troppo risentirsi dello svantaggio degl'interrompimenti. Non è però che il signor conte di Canale ed io abbiam rinunziato al consorzio delle Muse. Nel solito a voi noto recesso dell'angusta sua libreria, se molto non si è fatto quest'anno, si è voluto almeno far molto.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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