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      Ho condotto meco in campagna il mio Attilio Regolo, i due primi atti del quale hanno ancor bisogno della lima, e il resto dell'ascia. Non vorrei più lungo tempo trascurarlo per rispetto almeno alla vostra approvazione. Ma in questa deliziosissima nostra segregazione da tutt'i malanni cittadini non siamo mai disoccupati; onde temo ch'ei ritorni a Vienna così scarmigliato come ne venne. Ed eccovi resa ragione degli studi nostri, della strana varietà de' quali voi direte, e direte benissimo, che fastidientis stomachi est plura degustare, e che nuova cosa vi sembra che, richiesto di ciò ch'io faccia, io vi metta in conto tutto quello che far vorrei. Ma vi par egli forse più commendabile codesto disfar vostro di questo inutile far mio? non finirete dunque mai di cancellare? Deh non vi studiate tanto ad iscemare con l'arte l'aurea fecondità di cui vi ha fatto dono la benigna natura. Codesta eccedente delicatezza potrebbe degenerare in istiticheria, siccome la soverchia parsimonia in gioventù suol farsi avarizia in vecchiaia.
      La generosa ospite nostra, oltre le molte espressioni di gradimento per la gentil memoria che conservate di lei, mi commette di dirvi ch'ella si compiace della vostra propensione a passar con esso noi qualche tempo in queste sue ridenti campagne; ma che per le circostanze in cui siete ella non lo spera se non quanto basta a desiderarlo.
      Sono certo che il conte di Canale donerà a noi tutti quei momenti de' quali potrà defraudare onestamente il suo ministero: onde scorgerà egli stesso originalmente nella vostra lettera l'invidiabil luogo ch'egli occupa nell'animo vostro.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Attilio Regolo Vienna Canale