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      Mi rallegro bensì giustamente con voi di quella considerabile porzione di gloria che dal vostro merito riflette sull'opera mia; sì perché questo avrà appagata l'affettuosa vostra costantissima parzialità, come perché mi figuro la vostra generosa compiacenza nel conoscervi utili agli amici. Io ve ne rendo le più vive e le più sincere grazie non meno che dell'obbligante cura dimostrata nel darmene così minuta contezza, con la quale avete placata in parte l'invidia mia verso coloro che ne sono stati e spettatori ed ascoltanti. Persone che si distinguono a questo segno dal comune degli uomini dovrebbero goder veramente qualche esenzione de' comuni malanni dell'umanità. Ma non entriamo negli arcani della Provvidenza. Spiacemi, amico carissimo, che il calor della disputa, o forse la poco dolce maniera de' contradditori abbia impegnata l'amabilissima signora Faustina a sostenere un'opinione nella quale io non posso esser il suo seguace senza far torto al vero e demeritar la stima di lei medesima, o come poco illuminato o come poco sincero. Come è possibile ch'io dica che un personaggio di condizione privata (almeno tenuto per tale) non debba su la scena ogni segno di rispetto ad altro di reale condizione? Achille è certamente la prima persona nell'opera del suo nome, ma facendo la figura di damigella in corte di Licomede non soffre alcun torto quando, in atto servile, vedendo gli altri a mensa, o suona, o canta, o reca piene le tazze al cenno di Deidamia. La forza, l'importanza e la passione d'una parte la rendono principale: e non mai la corona, lo scettro, il manto, le guardie, i paggi, la diritta o la sinistra.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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