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      Quelle passioni che hanno fondamenti così solidi per natura non cedono all'artifizio delle parole, ed è temerità lo sperarlo. Io prendo tutta quella parte che deggio nella sua purtroppo ragionevole afflizione, e desidero che il tempo ben presto abiliti la sua virtù a procurarle una così difficile consolazione. Vorrei che la sua salute, eccessivamente delicata, non si risentisse a questa scossa. Ella è obbligata a pensarci, e a non procurarsi un danno che non è rimedio dell'altro.
      Qui si recita l'Alessandro, e si va preparando il Demetrio. Il primo ho ascoltato alcune volte con piacere molto limitato a cagione della musica poco vivace. Il secondo non vedrò affatto per l'imminente nostra villeggiatura in Moravia, la quale, se non è invidiabile per li divertimenti che somministra, è sempre giovevole per gli oggetti dai quali allontana. Ella non è di questo parere quando si tratta di solitudine, e oggi sarebbe troppo fuor di proposito trattar questa nostra questione; tanto più che il suo presente stato ha bisogno di strepito che scuota e non di tranquillità che ristagni.
      Sia benedetta la pace, purch'ella sia tale che meriti questo nome. Io la desidero al par di lei, e al par di lei me ne prometto mille piacevoli conseguenze. Che ci perderò, se m'inganno? Sarò stato almeno felice per qualche tempo in idea; e la maggior parte delle felicità che ci proponiamo non sussistono in altra guisa: se non fosse così, ciò che è premio per uno non sarebbe tante volte supplicio per l'altro.
      Al degnissimo mio signor conte suo consorte rendo umilissime grazie delle tenere e parziali espressioni di cui m'onora; dopo mille riverenze l'assicuri ch'egli è da me corrisposto con tutto quell'amore che si può accordare col rispetto.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Alessandro Demetrio Moravia