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      Oltr'a ciò la difficoltà più grande è che il signor conte di Plettemberg non ha fin'ora considerata la raccomandazione di qualunque persona, ed ha reso a tutti una risposta universale, colla quale si è liberato dal torrente degli impegni, né fin'ora v'è chi sappia quale sia la sua vera intenzione; con tutto ciò io vi prometto, se pur non è già partito, d'andarlo a ritrovare, e metter in uso tutta l'immaginabile eloquenza per compiacervi: voglia il Cielo che mi riesca; ma io non mi lusingo di molto.
      Mi rallegro della fecondità della gentilissima signora Cecilia Muiraghi, della di cui ammirevole abilità in tutto io non ho mai dubitato. Vi prego riverirla umilmente a mio nome, e renderle grazie della memoria che conserva ancora de' suoi antichi servitori.
      Fate lo stesso con tutte le altresì stimatissime persone di vostra casa, onoratemi de' vostri frequenti comandi, conservatevi, amatemi, e credetemi invariabilmente.
     
     
     
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      AD ANTONIO MARIA STANIZZI - ROMA
     
      Vienna 9 Novembre 1748.
     
      Tornando tre giorni sono dall'annua mia villeggiatura di Moravia, dove soglio regolarmente passare i due mesi di settembre ed ottobre in traccia di salute, trovo inaspettatamente una lettera piena delle solite parziali ed affettuose espressioni del mio signor abate Staniz, e tutta brillante di quel genio festivo che non è l'ultimo ornamento dell'amabile suo carattere. Me ne son compiaciuto quanto possa alcun mai compiacersi di cosa piacevole, e mi si sono risvegliate in un tratto mille tenere e ridenti memorie di Frascati, della vostra lira, della Madonna de' Monti, de' colloqui, delle passeggiate, e sopra tutto della invidiabile vostra serena eguaglianza in qualunque fortuna: ed in somma di tutto quello che mi ha fatto contar sempre la vostra lontananza fra gli svantaggi del mio lungo ostracismo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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