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      Procurate di far comprendere che in me non vi possono essere altri motivi che quelli d'un vero, d'un sommesso e rispettoso attaccamento, e che, se avessi genio mercenario, l'opera mia non sarebbe rimasta sì lungo tempo nel mio gabinetto. Addio che ho fretta; io sono.
     
      P. S. Nel chiudere la lettera mi viene il piego col terzo atto della Didone e la vostra del 24 del caduto. Non ho tempo di rispondere: si farà tutto quanto desiderate nella settimana ventura. Oh che amabili principi sono mai cotesti! Io ne sono veramente incantato. Pensate a conservarvi ed amarmi che renderete pan per focaccia.
     
     
     
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      A GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI - DRESDA
     
      Vienna 8 Marzo 1749.
     
      Con la carissima vostra del 24 dello scorso febbraio mi è pervenuto il terzo atto del Demetrio, di cui sono incantato. Con questo mi pare che sia stata anche più prodiga de' suoi doni, che con gli altri due, quella benefica mano che ha intrapreso di arricchirli. Caro abate, s'io temessi meno di comparire adulatore, mi diffonderei più su questo soggetto. Ma l'enorme distanza da chi ha scritto a chi loda autorizza troppo il sospetto. Pure io non so contenermi sino al segno di non confessare candidamente, che mai de' miei giorni non avrei creduto di poter incontrare rivali così formidabili fra lo strepito luminoso d'una reggia. Tutto questo fra noi. Ne' fortunati momenti che vi sarà permesso parlare di me a cotesta impareggiabile real principessa, guardatevi di trascorrere ad alcuna lode a nome mio: non potrete dir mai né tanto quant'io vorrei, né sì poco ch'ella lo tollerasse.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





S. Nel Didone Marzo Demetrio