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      - Piano, padron mio. In primo luogo, se volete assolutamente servirvene, non sarebbe alla fine una eresia da esser condotto al Santo Ufficio; e secondariamente bisognava convincervi che, se per avventura non siete servito come vorreste, non deriva ciò da risparmio di fatica ma da intrinseca impossibilità dell'impresa. Nell'ordinario venturo il Migliavacca vi manderà quanto si è fatto; e intanto io torno a consigliarvi di scegliere il secondo ripiego della licenza.
      Ho fatte le dovute comminazioni al Migliavacca, perché il componimento non esca prima d'esser costì rappresentato; e non saprei figurarmi ch'egli potesse esser così poco onesto che mancasse ad un dovere tanto preciso. Sarà mia cura il vegliare su tal proposito, benché io la creda superflua.
      Dove mai si sarà fermato quel benedetto mio ritratto? Il principe Trivulzi ogni ordinario mi assicura che dovrebbe esser giunto. Vedete se la maledetta fortuna mi perséguita anche dipinto.
      Non vi ricordo il mio affare di Napoli per non far torto alla vostra amicizia, che non ha bisogno di suggerimenti. Se mai la cosa riuscisse, io ne farò tanto strepito che si saprà per gloria de' vostri sovrani e vostra sino alla Cina.
      Voi lusingate troppo la mia vanità, facendomi sperare che gli scritti miei ottengano talvolta l'approvazione d'una principessa così illuminata come è la vostra real padrona. Questa razza di tentazioni vincerebbero la moderazione del filosofo il più rassegnato e modesto: or considerate qual tumulto risveglino nell'animo d'un poeta!


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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