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      Rimase un momento perplesso lo sfidato poeta: quindi sorridendo soggiunse, veramente un rival tuo pari mi fa troppa vergogna: ma andiamo, che il castigare i matti è sempre opera cristiana: e si mosse all'impresa. Caffariello, o che non avesse mai credute così temerarie le Muse o che secondo le regole criminali pensasse di dover punire il reo in loco patrati delicti, cambiò la prima risoluzione di cercare altro campo di battaglia, e trincerato dietro la metà dell'uscio fece balenar nudo il suo brando, e presentò le pugna al nemico: non ricusò l'altro il cimento
     
      Ma fiero anch'egli il rilucente acciaroLiberò dalla placida guaina.
     
      Tremarono i circostanti: invocò ciascuno il suo santo avvocato: e si aspettava a momenti di veder fumar su i cembali e i violoni il sangue poetico e canoro, quando madama Tesi, in casa della quale si trattavano l'armi, sorgendo finalmente dal suo canapè, dove avea giaciuto fin'allora tranquillissima spettatrice, s'incamminò lentamente verso i campioni. Allora (o virtù sovrumana della bellezza!) allora quel furibondo Caffariello in mezzo a' bollori dell'ira, sorpreso da una improvvisa tenerezza, le corse supplichevole all'incontro, le gettò il ferro a' piedi, le chiese perdono de' suoi trascorsi, le fe' generoso sacrificio delle sue vendette, e suggellò le replicate proteste d'ubbidienza, di rispetto e di sommissione con mille baci che impresse su quella mano arbitra de' suoi furori. Diè segni di perdono la ninfa: rinfoderò il poeta: ripreser fiato gli astanti, ed al lieto suono di strepitose risate si sciolse la tumultuosa assemblea.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Muse Tesi Caffariello