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      Se conosceste l'originale non vi dispiacerebbe il ritratto; ma di questi originali ve n'ha per tutto, e voi ne troverete a Madrid. Il recitativo è lunghissimo, ma nel recitativo appunto è la forza della cantata. Se non potrà servirvi, per altro vi divertirà leggendola. Così questa come l'altra almeno sinora non sono pubbliche, pregio del quale faranno intanto pompa in mancanza d'ogni altro.
      Sappiate ch'io canto la vostra aria come un serafino. Il conte Antonio d'Althann suona il primo violino, gli altri esecutori non vi sono noti; ma, padron mio, ella non rida, perché per confessione di molti ci facciamo grandissimo onore, e non si lascia passare il minimo sproposito. A proposito di spropositi io credo d'avervene scritto uno nell'ultima mia. Mi pare avervi detto che, nel caso disperato che non si volesse rendere la percettorìa, si potrebbe dimandare l'equivalente in beneficii ecclesiastici, che non costano punto all'erario regio: or io doveva dire pensioni ecclesiastiche e non beneficii; perché credo che, per ottener beneficii, bisogni essere nazionale; ma non così per le pensioni. Come dissi, questi sono suggerimenti per caso disperato, al quale col vostro sostegno spero che non giungeremo, perché all'ultimo colpo che avete dato so da Napoli che l'arbore crollava, onde è da sperare che ad un'altra picciola scossa gli converrà cadere; ma io vi ho seccato abbastanza. Addio, adorabile gemello, io sono eternamente il vostro.
     
     
     
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      AD ANNA FRANCESCA PIGNATELLI DI BELMONTE - NAPOLI
     
      Vienna 12 Luglio 1749.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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