Pagina (420/1548)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
      E se Vostra Eccellenza mi dice che le sventure prevedute, facendo prudente uso della libertà dell'arbitrio, possono evitarsi; io le risponderò che cotesto nostro despotismo è circoscritto dalla nostra macchinetta, e non si stende fuori di noi. Libero quanto si voglia, io non impedirò per questo la ruina d'un regno che desidero fortunato: la caduta d'un amico che vorrei felice: l'infedeltà d'una pastorella che mi piacerebbe costante. Sicché dopo tutti i più belli argomenti, raziocini, combinazioni ed arzigogoli: dopo esserci ben bene lambiccato il cervello fra le memorie del passato: e dopo aver sempre perduto il presente per correr dietro al futuro: ci ritroviamo alla fine (a dispetto di cotesto ridicolo privilegio di sapersi tormentare) fra gl'inconvenienti medesimi fra' quali si trova chi a buon conto è stato sempre tranquillo; ed abbiamo (come si suol dire) il male, il malanno, e l'uscio addosso. Che ci rimane allora? se non che ricorrere a quella invidiabile indolenza che per lo più promette e non dona l'arroganza stoica? e che senza i sillogismi di Seneca e d'Epitteto somministra gratuitamente a questi popoli fortunati il placido loro temperamento? Piano, signor abate, voi correte senza freno: il vostro argomento prova troppo, e senza avvedervene precipitate in un terribile assurdo: poiché secondo cotesta vostra maniera di ragionare la condizione d'un'ostraca o d'una testuggine sarebbe da preferirsi infinitamente alla nostra. Corbezzole! Vostra Eccellenza mi stringe crudelmente i panni addosso.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Vostra Eccellenza Seneca Epitteto Eccellenza