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      Ma oimè! già pare troppo prolisso al vostro pudor virginale questo per altro brevissimo ringraziamento: eccovi arrossito, eccovi in atti d'impazienza, eccovi in collera. Me ne rido: osservate come in un momento io vi placo.
      Che fa la bella Castellini? È poi vero che le sieno sì cari i miei saluti? che voglia onorarmi de' suoi desiderabili caratteri? Ah, se mi amate, non permettete che sia messa a così gran cimento la mia amicizia. Dopo le lubriche descrizioni che voi mi avete fatte di così amabile persona, la violenta tentazione d'una sua lettera potrebbe precipitarmi sino a farvi qualche infedeltà mentale, e ne sarei poi inconsolabile, Ditele per altro che, come gemello, io non posso non risentire almen di ribalzo tutti i moti del vostro cuore: che, quando ascolto il suo nome, mi si mette addosso un certo formicolio che non lascia d'incomodarmi e pure non desidero che finisca: che, se il Manzanare non fosse così distante dal Danubio, io sarei venuto a vedere s'ella riceverebbe me a braccia aperte come fa i miei saluti: e ditele... Signor no. Non le dite nulla. La strada è troppo sdrucciolevole: è più facile non entrarvi che camminarvi senza cadere. Io pe mme lo ssaccio ca chiavarria 'nnitto, 'nfatto de facce 'nterra me romparria la noce de lo cuollo; sia ditto 'nfunno a lo maro. E accossì vota foglio, e passa 'nnanze.
      Non crediate che la mia villeggiatura sia di pregiudizio all'affare del signor Ridolfi: io lascio un agente che solleciti, ed un amico abilissimo che tenga svegliato lui, avvisi me, e prenda spedienti in qualunque caso.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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