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      T'accheta: ei viene
     
      parmi necessaria una brevissima sinfonia, così per dar tempo al console e a' senatori di andare a sedersi, come perché Attilio possa venir senz'affrettarsi, o fermarsi a pensare. Il carattere di questa picciola sinfonia dee essere maestoso, lento, e se tornasse bene al motivo che sceglierete, qualche volta interrotto, quasi esprimente lo stato dell'animo di Regolo nel riflettere che ritorna schiavo in quel luogo dove altre volte ha seduto console. Mi piacerebbe che in una delle interruzioni, ch'io desidero nel motivo della sinfonia, entrasse Amilcare a parlare, e che tacendo gl'istrumenti, né facendo ancora cadenza, dicess'egli i due versi:
     
      Regolo, a che t'arresti? è forse nuovoPer te questo soggiorno?
     
      e che non si concludesse la sinfonia, se non che dopo la risposta di Regolo:
     
      Penso qual ne partii, qual vi ritorno
     
      avvertendo, per altro, che dopo le parole qual vi ritorno non facciano altro gl'istrumenti che la poca cadenza.
      Nell'atto secondo non v'è altro recitativo, a parer mio, che la scena a solo di Regolo, che incomincia:
     
      Tu palpiti, o mio cor!
     
      ed è la settima dell'atto, che richiede accompagnamento. Questa dovrebbe essere recitata a sedere sino alle parole:
     
      ... Ah! no. De' viliQuesto è il linguaggio...
     
      e il resto in piedi. Ma perché è in libertà dell'architetto di far lunghe o corte le due scene delle loggie e della galleria, se per avventura la mutazione non fosse di corta in lunga sarà difficile che Regolo si trovi a sedere. Perciò affinché, se non può trovarvisi, possa lentamente andarvi, arrestandosi di quando in quando e mostrandosi immerso in grave meditazione: dicendo ancora, se vuole, qualche parola dal principio della scena, è necessario che gl'istrumenti lo prevengano, l'assistano e lo secondino, finché il personaggio rimane a sedere: tutto ciò ch'egli dice sono riflessioni, dubbi e sospensioni, onde danno luogo a modulazioni improvvise e vicine, a qualche discreto intervallo da occuparsi dagl'istrumenti; ma subito che si leva in piedi, tutto il rimanente dimanda risoluzione ed energia: onde ricorre la mia premura per l'economia di tempo, come di sopra ho desiderato.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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