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      Quanto riderebbero di me gli eroi del bel mondo, ch'io, scrivendo ad una giovane dama, m'affanno a spacciar morale. Non mi discreditate, vi prego: io son ben degno di scusa. Se scrivessi ad altra che a voi le descriverei due cuffie di nuova moda venute recentemente da Parigi, delle quali si chiama l'una il Rinoceros e l'altra la Cometa. L'informerei di qualche nuova specie di nastro o di merletto: le darei conto di qualche fresca invenzione di sacchi e di palatine, o di dominò: saprei rendermi grato ancor io a spese della bellezza dell'una o della condotta dell'altra: e finalmente non mancherebbero miniere onde tirar fuori istoriette poco vantaggiose a qualche bella della stagione. Ma con voi, signora contessa, sarebbe un sacrilegio il far uso di questi rancidi artifici, che sono per altro le batterie le più sicure de' nostri conquistatori.
      Il vostro merito non ha bisogno per distinguersi che si scemi quello delle altre: e l'estensione del vostro talento non è ristretta fra gli angusti limiti delle mode e delle maldicenze. Non vorrei che la giustizia ch'io vi rendo mi facesse passar per adulatore: per accreditar la mia sincerità, permettetemi ch'io vi confessi che il conoscer le vostre perfezioni non vuol dire ch'io vi creda senza difetti. Anzi ne avete alcuni (sia detto con vostra pace) che sono assolutamente insopportabili. È (per cagion d'esempio) cosa soffribile quel venire come voi avete fatto, ad istruirci quanto voi siete amabile, solo per il maligno piacere di farci risentire così presto la vostra perdita?


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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