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      Dopo un così lungo abito di riverenza e di sommissione come assumere in un punto l'imposto carattere di giudice rigoroso e di censore imparziale? Come avvezzarmi in un tratto a cercar difetti nelle leggiadre produzioni d'un felicissimo ingegno, che si è tanto sempre e con tanta giustizia ammirato? Confesso ch'io non sarei stato assolutamente capace d'ubbidienza senza il penultimo periodo della lettera in cui l'Eccellenza Vostra mi comunica che l'Oratorio trasmesso sarà posto in musica dal signor Hasse, eseguito nella Settimana Santa ventura, e per conseguenza pubblicato. Non v'è repugnanza che resista all'interesse ch'io prendo nella gloria dell'illustre mia protettrice. So pur troppo per esperienza quanto poi chi sian quelli che vogliono cedere ad altri d'ingegno; so che l'invida natura umana non ricerca nell'operazioni altrui che i difetti, per consolarsi de' pregi che si distinguono in quelle: e so che mille bellezze del noto componimento, e mille altre adorabili qualità della reale compositrice sono più atte ad irritare che a tenere a freno la pedantesca indiscretezza del maligno Parnaso. Queste riflessioni mi han fatto dimenticar di me stesso, e mi hanno sforzato ad eseguir l'esame ordinatomi con quel rigore medesimo al quale sottopongo gli scritti miei. Non ho cambiata cosa alcuna nella grandezza dell'azione, nella lodevole semplicità della condotta, nella verisimilitudine dei caratteri, e non ho escluso né pur uno de' solidi, istruttivi e nobili sentimenti de' quali l'opera è ripiena; ma sono stato obbligato a cambiar molte volte l'ordine delle parole ed i versi medesimi; ora per evitar qualche seccaggine grammaticale; or per dar con la brevità più risalto al pensiero; ora per escludere qualche trascorsa ripetizione, ed ora perché non rimanesse verso in tutto il componimento che potesse invidiare agli altri la nobiltà e l'armonia.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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