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      Ma i venerati oracoli che pronuncia a mio vantaggio la prima stella di cotesto firmamento sono un premio così grande e così invidiabile de' poveri miei sudori, ch'io mi scordo della loro inefficacia a procurarmi qualche picciolo favore dalla mia nemica fortuna. Comincio a desiderare che venga voglia ad alcuno di scriver la mia vita, e vorrei che l'istorico senza tradir la verità dicesse sottosopra così: Che nel secolo del Settecento visse un abate Metastasio, poeta soffribile fra i cattivi, non brutto e non bello: più bisognoso che avaro: col bel sesso tenero, ma rispettoso: con gli amici fedele, ma inutile: provveduto di voglia di far bene, e nudo de' mezzi di farlo: perdé tutta la sua vita per istruir dilettando il genere umano; ma ebbe così avversa la fortuna, che sin la rettitudine la pietà e la grandezza de' più giusti sovrani si lasciò sedurre a privarlo senza delitto della misera mercede di tanti e tanti suoi sfortunati sudori e dell'unico picciolo sostegno della sua vecchiezza: che a dispetto di tanta disgrazia morì superbo e contento, perché una delle più grandi, delle più illuminate e delle più adorabili principesse della terra, fra tutti i poeti del secolo in cui visse, decise a favor di lui.
      Per sollevarvi dalla noia della lunga lettera eccovi una canzonetta all'occasione della partenza di Nice. La troverete assai tenera, ma non mi fate il torto di credermi però innamorato. Voi sapete s'io son capace di tali debolezze. La musica è ordinaria, ed è mia: ma chi voglia cantarla con un poco d'espressione ci troverà quello che bisogna per persuadere una Nice.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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