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      Ho intanto ringraziato il più lontano, e gli ho proposto, nel caso di difficoltà, l'espediente che Vostra Eccellenza suggerisce, il quale è ottimo, ma sa Dio anche accettato quando verrebbe a maturazione. Chi non vuol fare ed acquista tempo ha mezza guadagnata la lite. Io ho dolorose esperienze di queste beneficenze future. Quando tutto fosse superato si griderà ch'io son forestiere, e bisognerà un nuovo maneggio. Pure, per evitare i rimorsi di non aver fatto ciò che si dovea dal canto mio, non bisogna trascurar diligenza alcuna. Vostra Eccellenza al suo solito ha ecceduto i limiti delle mie preghiere cercando quelle occasioni di giovarmi ch'io la supplicava unicamente d'attendere. Glie ne rendo le più umili e le più vive grazie: fra le quali intendo che abbia parte il signor marchese di Galatone come l'ha nel favorirmi. Egli non può ricordarsi di me, ma può veder negli scritti miei ch'io debbo ricordarmi di lui, avendo cominciato a rispettarlo fin dal primo momento ch'egli intraprese il pellegrinaggio di questa vita.
     
     
     
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      AL CONTE PICUALQUES - VENEZIA
     
      Vienna 31 Gennaio 1750.
     
      Lo spavento che voi confessate nella carissima vostra del 10 del cadente d'essere incorso nella mia indignazione mi cagiona una tal compiacenza della mia autorità sull'animo vostro, ch'io passo per buone le cattive ragioni con le quali vi scusate d'avermi così lungo tempo negletto. Io vi amo a tal segno che mi basta un pretesto per rappattumarmi con esso voi: e tanto più adesso, che per sentenza definitiva delle ninfe dell'Adria siete solennemente dichiarato uomo attissimo a risvegliar tenere passioni nel seno delle nostre tiranne.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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