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      A TOMMASO FILIPPONI - TORINO
     
      Vienna 21 Febbraio 1750.
     
      Non, come voi dubitate, la prolungata villeggiatura, non gli sviamenti carnevaleschi, e non l'incomodo uffizioso commercio d'augurii bugiardi all'annuo ritorno delle SS. Feste, mi hanno sì lungamente impedito dallo scrivere, ma la mancanza di necessaria, di utile o almeno di piacevole materia, e l'orrore del vacuo, che inspira a me, come ad ogni altro, la natura, ma particolarmente nella borsa e nelle lettere. Non crediate perciò che la nostra amicizia possa soffrirne svantaggio: essa ha così antiche e così profonde radici, che può ben soffrir, senza risentirsene, l'aridità di qualche stagione. Non sono i platani, le querce o le palme, ma i porri, le lattughe e i ravanelli che abbisognano, per non perire, d'essere irrigati ogni giorno.
      È molto vero che vi sono diverse proposizioni di ristampe degli scritti miei; ma io, a dirvi quello che penso, non mi sento tentato a secondarne alcuna, se non sono sedotto dal piacere di veder magnificamente vestiti i miei figliuoli. Io non trovo ancora chi solletichi abbastanza questa mia paterna fragilità, e non voglio comunicare il poco che posso radunar d'inedito, né impiegar la mia cura ad una esatta penosa universale correzione, per accrescere il numero delle cattive o delle mediocri edizioni, già moltiplicate più del bisogno.
      Avrete forse già letto il mio Attilio Regolo. Il signor conte di Canale ne ha mandato da qualche tempo un esemplare a Torino. Ne desidero il vostro giudizio.
      Benché in Dresda abbia posto in tumulto, secondo le lettere di là assicurano, la tranquillità degli affetti settentrionali, e benché mi scrivano da Venezia che i comici di S. Samuele l'abbiano con molto loro vantaggio rappresentato, io non saprei assicurar che questa sia per occupar luogo fra le più popolari delle opere mie; ma è bensì la più solida, la più matura, la meno abbondante di difetti, e quella finalmente ch'io, a preferenza di tutte le altre, conserverei, se non potessi conservarne che una sola.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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