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      Ha incominciato a lasciarsi vedere così di furto: la difficoltà accresce prezzo alle cose: ha usurpato (come spesso succede) fama di bella su la fede delle esagerate relazioni. Questa fama le ha suscitati insidiatori: e tra questi s'è finalmente trovato quello che l'ha rapita. Or io temo che questa mia Elena vagabonda, passando d'una in altra mano, possa capitare a quelle di Vostra Eccellenza senza venirle dalle mie. E non vorrei che in vendetta di non averla io stimata degna di presentarsi a Vostra Eccellenza mi facesse passar seco per trascurato. Eccola dunque, veneratissima signora principessa. Sospenda con costei la natural sua dolcezza: l'accolga con rigore, la metta in penitenza: e le faccia quella specie di trattamento che merita una figlia disubbidiente, che ha violati con tanta sfacciataggine i necessari divieti del proprio padre.
      Sa già Vostra Eccellenza ch'io non so scriver cosa ch'abbia ad esser cantata, senza (o bene o male) imaginarne la musica. Questa che le trasmetto è stata scritta su la musica che l'accompagna. È musica per verità semplicissima: ma pure, quando si voglia cantar con quella tenera espressione ch'io ci suppongo, vi si troverà tutto quello che bisogna per secondar le parole. E tutto quello che vi si aggiungerà di più ricercato potrà forse produrre maggiore applauso al musico; ma produrrà certamente minor vantaggio all'amante.
      Ma già questa lettera è più lunga della canzone; la quale può ben servir di pretesto per scriverle, ma non di ragione per annoiarla.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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