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      Io vi ho sempre pregato nelle mie antecedenti di dirle e farle mille cose tenere a nome mio. Ma voi non mi date il minimo cenno d'avere eseguite le mie commissioni. Sareste mai geloso? Oh che brutta infermità! Caro gemello, vi compatisco assai, particolarmente riflettendo che di quel male non si guarisce in Ispagna. Noi altri buona gente tedesca non conosciamo le violenze di quella malattia, se non che in un grado moderatissimo, che serve di salsa all'amore. Voi altri popoli meridionali, privi d'amor del prossimo, tutto vorreste per voi, senza farne la minima parte ad alcuno. Basta, ringraziate il Cielo che siamo così lontani: altrimenti, a dispetto del moltissimo vostro e dello scarsissimo merito mio, vorrei provarmi a farvi andare in collera per quanto mi fosse possibile. Ma questi sono castelli in aria. Io vi minaccio guerra dal Danubio, voi ve ne ridete sul Manzanare. E 'nce facite fa spotazelle. Ai raggione e no poco de cchiù.
      Vi scrissi poche settimane sono per una giovane chiamata la signora Colomba Mattei, e ve ne scrissi la verità, benché mi fosse stato comandato di farne il panegirico. Sento che madama Tesi ve ne ha scritto ancora. Senza misteri, ella è buon mobile, e qui piace assai. Vi prego di rispondermi in maniera ch'io possa mostrare a chi mi ha comandato ch'io sono ubbidiente. Fate per altro quello che vi torna conto. Non è male intanto che siate informato della buona mercanzia che corre in questi paesi, potendovi occorrere d'averne bisogno nella direzione teatrale che costì avete.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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