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      Addio, caro gemello; non posso veramente più. Amatemi, se potete fra tante cose che avete da fare; e sappiate che, quando ancora ne avreste altrettante, non per questo io lascerò mai d'essere il vostro fedel.
     
      P. S. Non ho altra notizia del mio affare di Napoli. Voi conoscete quella fucina: se v'è bisogno di soffiarci dentro, fatelo: se non lo credete necessario o lo stimate inutile, Sit nomen Domini benedictum. Addio.
     
     
     
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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 3 Giugno 1750.
     
      La vostra lettera del 16 dello scorso maggio mi ha veramente sorpreso con l'inaspettato comando datovi dalla santità di N. S. di assicurarmi della paterna sua benevola ricordanza, e con le replicate espressioni del favorevole suo sovrano giudizio a riguardo de' miei letterari sudori. La memoria e l'approvazione d'un tal principe, non meno illuminato che grande, e condotto dalla Provvidenza per le vie più faticose del merito al sommo di tutti i gradi, potete immaginarvi qual tumulto di contento, di gratitudine, di vanagloria, di confusione, di rispetto e di tenerezza mi abbiano risvegliato nell'animo. Non solo mi sono fatti presenti quei per me felicissimi giorni dalla Santità Sua rammentati, ne' quali m'era conceduto l'ingresso del suo liceo, ma trascorrendo ad epoche più remote, e sino al primo istante che in casa Aldrovandi, allora ambasciatore in Roma della sua patria, le fui presentato fanciullo, ho ritrovato ancora viva nella mia mente la venerata idea dell'umano suo autorevole aspetto e le profonde tracce di quella presaga straordinaria riverenza, che allora solamente sentiva, e che ora sento e intendo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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