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      Or giacché siamo debitori insieme, pagando (come farete) il vostro non vi dimenticate del debito mio; ed impiegate senza risparmio quella bassa, ma sincera moneta, della quale non ha potuto esserci avara la maligna fortuna, che sono i grati e rispettosi sentimenti di chi si sente beneficato prima d'aver avuto occasione o facoltà di meritarlo.
      Ricordatevi di riverire in mio nome il nostro signor d'Argenvillières.
      Abbracciate per me tutti di casa. Amatemi, e credetemi.
     
     
     
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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 27 Luglio 1750.
     
      Con la vostra dell'11 del cadente sento la seconda udienza ch'avete ottenuta a mio conto da Sua Santità, e l'approvazione della medesima alla mia lettera. Un voto così grande ha tutto il diritto di autorizzare in me un poco di vanità; tanto più che la mia fortuna ha gran bisogno d'argomenti per evitare che il mondo non la creda una necessaria conseguenza del demerito mio. - L'Inno per S. Giulio Martire, se non aveste particolar divozione per il santo, non meritava d'esser prodotto. Io l'ho mandato a voi per supplire alla brevità della lettera; e feci conto che non valeva meno la lettura di quattro versi che le poche righe delle quali vi defraudava. Per altro sappiate che non mi dispiace questo costume di tutto il settentrione, per il quale questi fedeli, in una lingua che intendono, cantano ne' tempi non solo le lodi degli eroi del cristianesimo, ma i più venerabili misteri di nostra fede. Non si può credere quanto interessi il popolo quello aver parte in qualche modo nella sacra liturgia, e quanto più facilmente riscaldi gli animi e li soggetti il vero rivestito di espressione e di maestosa armonia!


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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