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      Ma l'impresa non è da tutti; bisognano artefici di facoltà e d'intelligenza non comune, affinché l'aria profana e gli ornamenti meretrici non avviliscano la dignità della materia. Con Jommelli accanto, ed un poco di salute più discreta, sarei tentato d'avventurarmi in questo mare, ma son pia desideria.
      Ho scritto già due settimane sono al nostro buon vecchio, a cui vi prego baciar la mano a nome mio. Benché io sia sicuro della vostra attenzione per lui, soffrite ch'io ve lo rammenti, e che vi ripeta di non farmi mai risparmio del quale abbia a sentir egli l'incomodo. Se non fosse padre, quell'età e quella fiacchezza di mente meriterebbe da noi questa medesima compassione. Or considerate quello che gli dobbiamo figliuoli.
      Quando vi riesca (senza andarlo a seccare espressamente) ricordate sempre al degnissimo monsignor Malvezzi il mio vero rispetto. L'idea che ne ho formata dalle vostre lettere mi ha reso affatto suo. Orsù, per oggi vi basti. Abbracciate tutti di casa, amatemi, e credetemi il vostro.
     
      (In un foglietto incluso nella lettera). Vi è l'occasione d'un corriere che ha ordine dal principe Tassis di portar il fascio delle lettere ch'io dimando al signor Nicolò Perrone.
      Parlatene al medesimo, al signor cavalier Ghezzi, alla signora N. ed al signor Marini, a cui ne ho scritto da lungo tempo, che pure mi degnò di risposta. Se vogliono favorirmi, non lascino perdere questa occasione. Se non vogliono, dite che li prego almeno a disingannarmi, Addio.
     
     
     
      397
     
      A MONSIEUR N. N. - TORINO
     
      Vienna 30 Luglio 1750.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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