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      Benché negletto così crudelmente dal mio gentilissimo signor P., non ho mai tralasciato di stimarlo ed amarlo, e se per vendicarmi avessi intrapreso il contrario, la vendetta mi sarebbe stata meno sopportabile che l'offesa: sicché non mi è egli debitore né pure di questa costanza, che ha avuto per oggetto più me che lui. Io gli sono ben tenuto de' parziali ed obliganti sentimenti de' quali è ripiena la sua lettera del 4 del cadente. Sentimenti che, se non bastano a persuadermi del merito mio, mi consolano come argomenti d'un'amicizia che, facendolo travedere a questo segno, dee per necessità trascendere la misura comune.
      Non ho veduto il componimento di cui si parla: ma dalla breve analisi che ne trovo nella sua lettera ho bastanti materiali per formarne una giusta idea; e mi giova di tenermi al suo giudizio. Il mio sarebbe certamente men rigido, perché come uomo del mestiere ho interesse di mettere in commercio anche per altri quella indulgenza della quale ho tanto bisogno per me medesimo. Per altro non è punto da stupirsi dell'enorme abbondanza de' poeti. Le muse sono fanciulle, e non sono esenti dalla passione di tutte le belle di procurarsi seguaci. Fanno sperare ad ognuno di poter diventare loro favorito, e con l'aspetto cortese e le maniere allettatrici promettono quella facilità che non hanno. Io purtroppo a mie spese ho avuto molte occasioni di disingannarmi. Tratto ormai con esso loro come con le altre ninfe, che vale a dire con moltissimo rispetto e pochissima confidenza.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548