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      Faranno un bel vedere per l'analogia che hanno fra loro l'Inno a s. Giulio e la canzonetta A Nice? È vero che l'estratto delle sentenze, fatto dallo stampator veneto, mi procurerà un luogo ben distinto fra' posteri? Oh, che Dio vi benedica. Basta, fate quello che vi piace; io non vi rinnegherò per questo, ma confesso che mi piacerebbe di vedervi trattar le fanfaluche da fanfaluche, ed amerei moltissimo che non vi lasciaste gonfiar sì presto di speranza da qualunque siringa palatina. I principi ed i loro satelliti non hanno volontà né facoltà di beneficare corrispondente all'idea che la buona gente se ne forma. Non so quale sia appresso di loro la definizione del merito, e il mio rispetto è molto religioso a non investigarla, onde la pongo fra quei misteri che sono (non già contrari) ma superiori al raziocinio. Con questi principii io faccio tutto quello che basta per evitare il rimorso dell'omissione, ma non permetto mai che le speranze s'impaccino nella manipolazione de' miei preservativi. È gran pezzo che io non sono più uccello da zimbello, e l'esserlo sarebbe troppa vergogna alla nostra età. Sicché trattate, o almeno sperate meno anche sul conto mio, che i bilanci vi riusciranno più giusti. Questa lettera parla più chiaro delle altre, perché la scrivo unicamente per voi, a cui fra tutti i beni della terra desidero, come più utili d'ogni altro, un savio disinganno, se non di tutti, almeno della maggior parte degl'innumerabili errori che si contraggono e dalla lagrimevole nostra educazione e dal continuo commercio co' matti.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Inno A Nice Dio