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      Noi avevamo incominciato il nostro anno dal 1 di marzo del 1750 ed a tenor di quello io cominciai ad esigere dal signor d'Aghilar il primo quartale nel susseguente giugno: sicché aspettavo il bilancio da marzo a marzo, ma ora ritrovo ch'ella ha voluto chiudere il nostro conto dopo soli dieci mesi cioè a tutto decembre 1750. Onde perché in avvenire le mie esazioni qui non anticipino quelle che ella anderà facendo da cotesta regia tesoreria, io ritarderò un mese a prendere dal signor d'Aghilar il solito quartale, e siccome avrei dovuto prenderlo al primo di luglio, così e le mie esazioni e le sue correranno in avvenire con l'anno comune, cioè da gennaro a gennaro e saremo in tutto d'accordo. Non manchi, la prego, di rispondermi prontamente su questo punto perché io m'assicuri che resti fra noi concordemente stabilito questo sistema: e desideroso.
     
     
     
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      A FRANCESCO D'ARGENVILLIÈRES - ROMA
     
      Vienna 10 Maggio 1751.
     
      A tenore della carissima vostra del 24 dello scorso, vi ho dato debito ne' nostri conti di scudi 175 e baiocchi 65, e vi rendo le dovute grazie della vostra esemplare esattezza.
      La mia nuova opera è fra le mani della mia padrona augustissima, a cui appartengo io e tutte le mie produzioni. Quest'opera dee essere rappresentata in musica da cavalieri e dame, e non potrà esserlo, sino al ritorno della Corte dall'Ungheria. Intanto sarebbe un delitto enorme s'io la pubblicassi: onde vi sono impedimenti fisici e morali perché vada nella nuova impressione del signor Giannini, da pubblicarsi nel prossimo giugno.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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