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      Io non sono in istato di rispondere per l'ostinata persecuzione de' miei affetti isterici, che mi affliggono la testa, e più per l'indiscretezza de' miei colleghi che m'incensano da tutte le parti per essere incensati, e che io non ardisco di trascurare apertamente per non irritarmi contro tutti gl'insetti di Parnaso.
      Fate voi dunque seco le parti mie; e, dopo averlo per me teneramente abbracciato, ditegli che io mi prometto dalla sua discretezza e dall'amor suo quell'indulgenza che non si può sperare da poeti: Genus irritabile vatum.
      Baciate la mano al nostro buon padre. Conservatevi, amatemi, e credetemi.
     
      P. S. Il conte di Canale qui presente caramente vi riverisce.
      Questa lettera, come vedete, è ostensibile, onde, se vi riesce, fatene uso. Non vi pregiudicherà che S. S. la veda anche tutta. Addio.
     
     
     
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      A LUIGI BERNARDO SALVONI - PIACENZA
     
      Vienna 17 Agosto 1751.
     
      Finalmente è giunta in questo porto la flotta poetica che voi mi avete indirizzata. Non è venuta a dar fondo in casa mia, siccome voi mi faceste sperare, ma bensì in questa dogana, dalla quale ho dovuto liberarla pagando i diritti e il porto, che per altro sono stati meno indiscreti per la considerabil parte del cammino che hanno fatto per acqua.
      Vi rendo in primo luogo grazie de' due secondi volumi dell'opere mie, e della cura di cantare e far cantar ad onore e gloria mia i cigni della Trebbia a' quali prego il padre Apollo che somministri sempre soggetti meno infecondi di quello che in grazia vostra han preso con esemplare compiacenza a confettar questa volta.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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