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      Io mi trovo fin dall'ordinario scorso d'aver mandato a mio fratello un ordine sulla vostra cassa di scudi 4 mila, ma ne manderò un altro del di più, subito ch'io sappia che si trovi in poter vostro il resto, che era già per raccogliersi secondo l'ultime notizie. Benché la formula degli ordini non sia affatto simile a quella che vi siete compiaciuto inviarmi, contiene in sostanza lo stesso: onde son sicuro che non avrete difficoltà d'eseguirli. Credo parimente inutile di farne i duplicati, e quando l'ordine che ho mandato esigesse confermazione, intendo di confermarlo solennemente con la presente lettera. Sicché non rimane ora altro che raccomandarmi alla vostra prudenza ed amicizia affinché per ora i noti scudi ed a suo tempo gli altri mi pervengano in Vienna per le vie le più sicure e meno svantaggiose che sia possibile: riflettendo che l'ozio di questo capitale non è indifferente al mio poetico limitatissimo erario. Soffritemi pazientemente, amatemi e credetemi.
     
     
     
      522
     
      A Gian Domenico Mansi - Lucca
     
      Vienna 18 Novembre 1751.
     
      Avrei risposto immediatamente all'amabilissima lettera del 24 del cadente, che si compiacque V. P. illustrissima di scrivermi dopo il suo ritorno in patria, se l'avermene ella annunciata un'altra, che dovea seguir da vicino la prima con altre notizie della carta, non mi avesse persuaso ad attenderla per risparmiarle una delle due seccature. Ma la lettera non si vede, ed io non voglio ch'ella mi prenda per un Titiro o un Melibeo. La mancanza ch'io sento della degnissima sua persona mi fa conoscere che son tutti miei que' debiti che per eccesso di moderazione si studia V. P. illustrissima d'attribuirsi, ma io non ne son geloso, purché il padre Manzi sia mio, non arrossisco di un poco d'usurpazione.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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