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      Amatemi e credetemi.
     
     
     
      534
     
      AD ANTONIO TOLOMEO TRIVULZIO - MILANO
     
      Vienna 10 Dicembre 1751.
     
      Benché scarso di materiali onde riempire un paio di pagine almeno di qualche novella non affatto insipida, non so trattenermi di rispondere alla gentilissima vostra lettera del 23 dello scorso novembre, facendo diventare materia della mia lettera l'istessa mancanza di quella. Non cedete per carità alla tentazione di farvi eunuco per evitare i seccatori: non conseguireste il vostro fine e fareste il secondo tomo di quel celebre marito che ricorse a così tragico rimedio per far dispetto alla moglie. Conservate gelosamente cotesti vivi ritratti della maggior parte de' miseri mortali. Il nostro degnissimo Königsegg è da più giorni pericolosamente infermo. Si voleva nel principio che ne fosse cagione la podagra interna: poi si è creduto un catarro: ieri si è pubblicato un "abscesso interno". Il sicuro è ch'egli sta male, e che i medici al solito non sanno di che. Io l'ho veduto ieri a sedere sul suo letto con sufficiente vigore e di quell'umor sereno che ha fatto sempre l'amabile suo carattere. Non potete credere a qual segno tutto il mondo sospiri il suo ristabilimento. Amatemi ancorché nel numero de' vostri seccatori, e credetemi col tenero usato rispetto.
     
     
     
      535
     
      AL CARDINALE CAMILLO PAOLUCCI - ROMA
     
      Vienna 13 Dicembre 1751.
     
      Se l'assidua occupazione a ricolmar altri di nuovi benefici lasciasse tempo all'Eccellenza Vostra di sovvenirsi degli antichi, conoscerebbe ella senza bisogno delle mie proteste che gli auguri di felicità ch'io le faccio nell'approssimarsi della SS. Feste e del nuovo anno non procedono dal pubblico comune uffizioso costume, ma da quella rispettosa gratitudine ch'io considero come mia gloria, non meno che come mio debito.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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