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      A tenore degli ordini vostri vi ho dato subito credito ne' nostri conti di scudi 657,98. Ma qui (se mi promettete di non ridere della mia crassa innocenza) vi confesserò ch'io non intendo un periodo della vostra lettera. Voi mi dite che non vi siete ingannato nel proporvi che nelle rimesse che mi andate facendo io mi trovi meglio che alla pari. Gli scudi 657,98, di cui vi ho dato credito, contando la pari a due fiorini per scudo, fanno fiorini 1315,57 3/5, ed io ne ho ricevuti 1292 e 11, onde per essere alla pari mancano fiorini 23 e 46.
      Se per illuminarmi avete bisogno d'istruirmi, non vi prendete questa cura perché avreste troppo che fare con un uomo affatto digiuno de' principii del commercio: a me basta sapere che non potrei essere fra più esperte e più amiche mani che fra le vostre: e non è necessario che i passaggieri sappiano i segreti del buon piloto, che talvolta retrocede per cercare il vento che lo spinga innanzi: su questi principii credo una necessità dell'affare la lentezza con la quale procede ed il lucro cessante ch'io soffro intanto che non può qui essere impiegato l'intero capitale. Ma più d'ogni altra cosa il grave debito ch'io vado contraendo con voi, a cui ogni giorno più m'avveggo quanta cura ed incomodo costi la mia amicizia. Credete almeno intanto ch'io vi son grato, e che vi amo e stimo in proporzione del merito vostro e del dover mio, che vuol dir senza fine. Quelle pettegole delle Muse mi richiamano al lavoro: onde vi abbraccio e mi confermo.
     
     
     
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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Muse