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      Voi conoscete benissimo queste verità, ma fidate sulla costante esperienza del vostro ascendente sugli animi altrui, insultate francamente senza timor di vendetta. Or sappiate per vostra regola ch'io son molto più bravo di lontano che da vicino. Quelle armi, con le quali siete sicura d'avvilirmi presente, sono meno terribili in distanza, poiché la viva idea ch'io ne conservo nella mente non può mai pretendere all'efficacia dell'originale. Pensateci seriamente, e non irritate un poeta vendicativo che potrebbe pagarsi in un tratto anche di tutte le partite dimenticate. Ma voi mi seducete anche lontana. Io sento che riesce men difficile il non scrivervi affatto che scrivervi brevemente. S'io non faccio l'eroismo di finire, avrò addosso le imprecazioni di tutti gli attori e di tutti gli operai dello spettacolo che si prepara per celebrare il dì 13 del maggio prossimo, di cui mi trovo sulle spalle tutta la cura. Lasciatemi dunque andare, per carità. Ma intendiamoci saviamente: questo lasciarmi andare deve essere permissione, non già congedo. Il Ciel mi guardi da tal disastro. Io voglio essere eternamente.
     
     
     
      561
     
      A N. N.
     
      Vienna 6 Maggio 1752.
     
      L'eroe cinese che vi trasmetto prima che sia qui pubblicato, farà le scuse del mio silenzio. Lo scriverlo è stato il minore incomodo che m'ha prodotto. Mi trovo sulle spalle tutta la cura dello spettacolo, e non ho tempo per bestemmiare.
      Vi prego di dare a mio nome l'altro esemplare che lo accompagna al nostro ministro cesareo signor conte della Puebla ricordandogli il mio rispetto.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Ciel Puebla