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      Orsù, voi siete in Parnaso e non avete bisogno de' miei cicalecci. Vi auguro Melpomene amica, purché voi lo siate col dovuto contraccambio di tenerezza al vostro tenero amico.
     
     
     
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      A MARIA GABRIELLA DI COLLOREDO - VENEZIA
     
      Vienna 1 Luglio 1752.
     
      Il tributo del mio Eroe cinese dovuto alla Decima Musa non meritava il generoso contraccambio d'una sì bella e generosa lettera. Avrei grande scrupolo dell'enorme usura, se al parziale costantissimo eccesso di benignità col quale è piaciuto sempre all'Eccellenza Vostra di riguardarmi non fosse già la mia coscienza da lungo tempo incallita. Buon per me ch'ella si trovi nell'impegno d'impiegar cotesta ammirabile sua facoltà investigatrice piuttosto nella ricerca de' pregi che de' difetti degli scritti miei; non se ne penta, la supplico: al fine le imprese le più difficili son sempre le più degne di lei.
      Non mi dispiace punto che il signor principe Trivulzi mi abbia prevenuto; se lo avessi creduto possibile, avrei procurato io medesimo di qualificar per questo mezzo il mio dono. La fortuna ha scomposte tutte le mie misure per favorirmi. Povera prudenza umana!
      Oggi termina il suo servizio il signor conte Carlo. Avrò il piacere di vederlo più frequentemente, ma la sua partenza s'avvicina. Non aspetti il mio sentimento sopra di lui; trattandosi di cose che appartengono a Vostra Eccellenza, non mi fido del mio giudizio. Quello degli altri è tale che potrebbe contentar fin la Decima Musa. Ella ha saputo inspirargli una certa vivacità considerata, che tra i fiori della primavera promette tutta la fecondità dell'autunno.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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