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      Giacché la vostra eroica amicizia mi ha procurati onori e vantaggi così distinti, compisca ora l'opera, e rappresenti così li miei umili, grati e riverenti doveri. Mettetemi appiedi del trono, assicurate che se la pioggia delle grazie reali è caduta sopra un terreno poco meritevole, almeno non è caduta sopra terreno ingrato. Dite tutto quello ch'io dovrei, e non so dire anche col soccorso di tutte le muse. Implorate la continuazione di così sublime patrocinio; ed io intanto, invece di rendimenti di grazie, farò voti al Cielo, perché ci conservi lungamente un'anima così grande per decoro di tutti i troni, per felicità di tutta la terra e per esempio di tutti i monarchi.
      Ho veduto per pochi momenti il conte Estherazi di ritorno da Madrid: l'ho trovato pieno di voi, vi tratta da eroe, e mi ha assicurato che mi dirà cose che mi obbligheranno ad amarvi anche più di quello ch'io faccio. Di quest'ultimo punto io mi rido; ma confesso che il sentir parlare così di voi mi fa lo stesso piacere che mi farebbero le proprie mie lodi. Tanto mi pare che l'antica nostra vera e reciproca amicizia ci abbia impastati insieme. Dio vi conservi, caro gemello, ed inspiri agli altri di pensare come voi pensate.
      Domenica scorsa fu l'ultima rappresentazione del mio Eroe cinese con applauso incredibile delle dame e cavalieri operanti. Io sono rifinito; tutto questo peso è soverchio per le mie spalle. Tornai in casa con un'alterazione catarrale che ancora mi corteggia. Subito che sarà finita, dimanderò permissione all'augustissima mia padrona di fuggire in campagna per procurare di rimettermi.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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