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      Nel corto raziocinio degli uomini malvagi ha sempre prevaluto l'utile all'onesto come se fossero separabili; ma dopo che il segretario fiorentino ha sollevato il vizio alla categoria delle scienze, cotesto non men falso che reo principio, quasi che da lui giustificato, è divenuto la dottrina arcana de' gabinetti. Tutte le apparenti proteste di buona fede non son più in uso che per deludere la credula semplicità di noi altri poveri profani, e non hanno maggior valore di quello che abbiano le proteste di servitù e di ubbidienza, con le quali tutto dì per mera civil costumanza scambievolmente ci onoriamo. Or io crederei che porterebbe il pregio dell'opera il mettere in evidenza a vantaggio della società e de' malvagi medesimi, "che non si dà mai utile separato dall'onesto, particolarmente nel maneggio de' gravi e pubblici affari". E sento così efficacemente nell'animo la forza di questo vero, che quantunque non iniziato affatto ne' misteri politici, non dispererei però di trovarne e di sostenerne le pruove. Che mai vi sarebbe ad opporre a chi ragionasse per cagion d'esempio così?
      Il ministro di mala fede è impossibile che nasconda il suo fraudolento carattere per natura del falso che non può combinare con le infinite circostanze del vero, le quali, quando fossero ancora tutte capaci di maschera, non è possibile che sieno tutte prevedute da mente umana.
      Il ministro conosciuto per fraudolento è dannoso al suo principe, agli affari e a se medesimo.
      È dannoso a se medesimo, perché un principe mediocremente illuminato non può fidarsi d'un ministro che nel suo operare ha per oggetto l'utile e non l'onesto.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548