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      Al mio ritorno in città ho risoluto d'andarvi tanto punzecchiando, che al fine per evitare il fastidio vi risolverete a secondarmi. Amatemi intanto come solete, e credetemi con tenerezza eguale al rispetto.
     
     
     
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      A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - MADRID
     
      Vienna 20 Ottobre 1752.
     
      Eccomi di ritorno da Moravia e da una lunga e tormentosa villeggiatura, della quale, in grazia dell'incomoda mia salute, mi ha permesso d'approfittarmi per ben due mesi e mezzo la materna clemenza dell'augustissima mia padrona. La prima persona alla quale corro avidamente dopo il mio arrivo, è il carissimo mio gemello, che abbraccio teneramente in quella maniera che mi permette una così enorme distanza. Fra i piaceri più sensibili che ho ritrovati in città è stato l'incontro del nostro conte Estherazi, che prima quasi di salutarmi, come fa sempre, ha incominciato a parlarmi di voi. Egli non vi chiama che col nome di eroe. Dice che voi siete l'amore di tutti i buoni, che il vostro cuore corrisponde alla vostra fortuna. Mi ha raccontato diverse vostre amabili, generose e graziose azioni; fra l'altre, la maniera con la quale trattaste un pretendente indiano che vi offriva una strepitosa ricompensa per esser confermato in un governo o per ottenernelo: ed egli si compiace tanto in questi racconti, e per me è così seduttore il suono delle vostre lodi che, se Estherazi non fosse stato rapito altrove, io credo che ancor parlerebbe, ed io ascolterei. Mi piace di sentirvi tale e per voi e per me. Ho un poco di vanagloria di non essermi ingannato mai sul vostro carattere fin d'allora che la fortuna non mi avea ancor somministrate le occasioni di spiegarne tutte le distinte facoltà. Dio vi conservi alla delizia di cotesta illustre Corte, al decoro d'Italia ed alla tenera amicizia del vostro fedelissimo gemello.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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