Questa lettera risponde a due vostre che mi sono state rese l'una dopo l'altra con otto giorni di differenza, una dal cancellier di Corte, e l'altra da' signori Smitmer. Non risposi subito alla prima perché ho voluto rispondere con la Semiramide, che consegnerò fra pochi momenti al signor d'Azlor.
      Orsù, addio. Se volete conferire alla mia, curate diligentemente la vostra salute: e credete che non v'è fra' viventi chi sia più di me vostro vero amico.
     
     
     
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      AD ANTONIO TOLOMEO TRIVULZIO - MILANO
     
      Vienna 18 Dicembre 1752.
     
      Non andate in collera. Vi auguro felicissime le prossime SS. Feste e l'imminente nuovo anno. Questa sorte d'uffici sono una specie d'insulto a' veri amici per l'abuso universale che tutti ne fanno; ma io debbo lusingarmi che il degnissimo mio Fracastoro non faccia l'ingiustizia a' miei di considerarli in cotesta povera categoria.
      Venerdì scorso prima delle nove ore della mattina prese fuoco, non si sa come, un serbatoio di polvere di nitro, di bombe e di granate, situato dirimpetto al teatro della città e appoggiato internamente alle mura della medesima. Per buona sorte non si trovò dentro la quantità de' suddetti combustibili materiali che ben pochi dì innanzi vi si trovava. Ve ne fu per altro tanta, che bastò a fare un orribile scoppio, a rovesciare verso il teatro un solidissimo muro, a mandare in aria un canto della casa, che fu già di Giannini, ed è ora della segreteria d'Italia, a scomporre anche internamente il vicino teatro, ed aprire in varie parti e le volte e il terreno fin all'altezza della suddetta casa del Giannini, e ad alimentare il pubblico tumulto per lungo spazio col continuo rimbombo delle granate e delle bombe che si andavano successivamente infiammando, e con la pioggia delle scaglie delle medesime che cadeva di tratto in tratto in varie parti della città. A riserva di otto o dieci persone morte, il danno è stato infinitamente minore dello spavento.